domenica 24 novembre 2013

Quando giocare non è più un gioco


I NUMERI (da non giocare al Lotto) E LE CONSEGUENZE DEL GIOCO D’AZZARDO


di Massimo Masetti (Comunisti Italiani) - Assessore ai Servizi Sociali e Sanità Comune di Sasso Marconi 

Circa 80 miliardi di fatturato, 4% del PIL nazionale, la industria italiana, 8 miliardi di tasse. 12% della spesa delle famiglie italiane, 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot-machine, 6.181 locali e agenzie autorizzate. 15 milioni di giocatori abituali, 2 milioni a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici. 5-6 miliardi l’anno necessari per curare i dipendenti dal gioco patologico.
Sono questi i numeri del gioco d’azzardo lecito che sta distruggendo le persone, le famiglie, le comunità.


Oggi il gioco d’azzardo in Italia è diventato un serio problema sociale, l’illusione della vincita facile porta molte persone ad entrare in questo perverso meccanismo che genera dipendenza e da cui è difficilissimo uscire. Il gioco d’azzardo sottrae ore al lavoro, alla vita affettiva, al tempo libero, e produce sofferenza psicologica, di relazione, educativa, materiale, di aspettativa di futuro. Altera i presupposti morali e sociali degli Italiani sostituendo con l’azzardo i valori fondati sul lavoro, sulla fatica e sui talenti. Sono a rischio la serenità, i legami e la sicurezza di tante famiglie e delle nostre comunità.
Spesso intorno ai luoghi del gioco d’azzardo si organizza la microcriminalità dei furti, degli scippi e dell’usura, ma anche la criminalità organizzata. Il gioco d’azzardo lecito è materia statale, e i Sindaci non hanno alcun potere regolativo, ispettivo, autorizzativo.


Questo fenomeno è stato facilitato da una progressiva deregolamentazione da parte dello Stato che ha naturalmente favorito la nascita di sale gioco/scommesse e la proliferazione di slot-machines in tutti gli esercizi commerciali, casinò online ecc.


La prima liberalizzazione in questo senso è da attribuire al Governo Berlusconi, che ha di fatto aperto la strada a questo fenomeno legalizzando queste forme di gioco d’azzardo prima vietate in Italia. Successivamente il cosiddetto “decreto liberalizzazioni” del Governo Monti ha privato i Comuni di tutti gli strumenti esistenti per arginare questa deriva sociale. Infatti, mentre prima il Sindaco, mediante ordinanza, poteva imporre restrizioni di utilizzo in termini di orario, nuove licenze, distanza da luoghi sensibili (scuole, ospedali, ecc.), dopo Monti tutto questo non è più possibile, nessuna restrizione se non lo spazio, 3 metri quadrati per ogni macchinetta, è praticabile.


Ora che il danno è ampiamente fatto, che le dipendenze sono diventate patologiche, che la comunità sta impattando i contraccolpi sociali di questa deriva, si sta cercando di metterci una pezza.
La Regione Emilia-Romagna, per prima in Italia, ha recentemente approvato una legge (disponibile qui il testo integrale: http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/monitor.php?vi=all&dl=8088d563-86c5-d06e-a911-51d55509426b&dl_t=text/xml&dl_a=y&dl_id=10&pr=idx,0;artic,1;articparziale,0&ev=1) che purtroppo non interviene sui nodi scoperti: limitazioni, possibilità di intervento per i Comuni, divieto di pubblicizzazione, ecc. Anche perché tali argomenti non sono di competenza regionale.
In Parlamento ad oggi sono stati presentati diversi progetti di legge sul tema, aventi argomenti e contenuti diversi: dalla limitazione della possibilità di pubblicizzare i giochi d’azzardo, all’istituzione di fondi per il sostegno alle famiglie “colpite”, ecc…


Recentemente il Comune di Sasso Marconi si è fatto promotore di una legge di iniziativa popolare sull’argomento promossa da legautonomia (trovate qui il testo integrale: http://www.scuoladellebuonepratiche.it/tag/la-proposta-di-legge/) . E’ possibile sottoscrivere tale legge presso l’URP del Comune di Sasso Marconi.


Devo dire però che neppure questa legge soddisfa appieno quelle che sono le mie idee a riguardo. Ritengo necessario tornare a qualche anno fa, vietando di fatto la possibilità di giocare online, con le slot-machines negli esercizi commerciali e limitando anche altre forme di gioco quali ad esempio i nuovi giochi del lotto istantaneo e le ormai centinaia di differenti gratta e vinci. Solo questo potrà in qualche modo arginare il pericolo che molte famiglie stanno correndo.


Purtroppo oggi questo “mondo” rappresenta un introito per commercianti, produttori, distributori e anche per lo Stato, credo però che non si possa fare cassa sulla pelle delle persone.  Da anni stiamo promuovendo un modello di società dove il facile quanto illusorio successo si può ottenere subito e senza alcuno sforzo, siamo complici di quanto sta accadendo alle fasce più deboli della popolazione che sono per definizione quelle più esposte a questi rischi.


Ritengo vergognoso che lo Stato italiano utilizzi gli introiti da gioco d’azzardo per far quadrare le leggi finanziarie alimentando un malessere sociale che colpisce individui e famiglie e che ha conseguenze devastanti in termini di ricadute sociali.



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