sabato 8 febbraio 2014

Con i facchini in lotta

I Comunisti Italiani di Bologna condividono e sostengono la lotta intrapresa dai lavoratori della Logistica a difesa dei loro diritti.

 Per i pochi che non lo sapessero la Granarolo, l’azienda nei confronti della quale i lavoratori hanno aperto la vertenza, ha raggiunto nel 2013 un miliardo di fatturato subappaltando la gestione dei magazzini a cooperative che abbattono il costo del lavoro, cioè diminuendo i salari ai lavoratori.
Sabato 1 febbraio 2013  a Bologna i Lavoratori della logi­stica, in lotta per diritti e dignità con­tro Gra­na­rolo, Lega­coop e i poteri costi­tuiti di Bolo­gna, hanno svolto un Corteo, ad aprire la mani­fe­sta­zione uno striscione, a firma del Presidio permanente Granarolo, con una scritta in ita­liano e in arabo in cui si rivendicava la dignità dello scio­pero.
I mani­fe­stanti sono arri­vati da mezza Ita­lia: lavo­ra­tori della logi­stica insieme ai cit­ta­dini che si sono uniti ai fac­chini in lotta da dieci mesi.
Un altro ele­mento ha carat­te­riz­zato il cor­teo di sabato, il richiamo alla dignità dei lavo­ra­tori. Il con­cetto è tor­nato anche negli appelli sot­to­scritti a favore dei fac­chini da parte di noti scrit­tori, come Vale­rio Evan­ge­li­sti e Wu Ming, che si sono schie­rati al loro fianco. Si sono uniti alla lotta anche i lavo­ra­tori dei nidi e delle scuole materne bolo­gnesi che hanno annun­ciato un boi­cot­tag­gio dei pro­dotti Gra­na­rolo.
 I dipen­denti comu­nali hanno rega­lato 300 euro di buoni pasto ai fac­chini, un modo con­creto con cui soste­nere la lotta.
 Ad avere raf­for­zato la già dura con­trap­po­si­zione sono state le vio­lenze con­tro un pic­chetto paci­fico e l’arresto di due dele­gati sin­da­cali del Si Cobas al pre­si­dio di gio­vedì 23 gen­naio ai can­celli della Gra­na­rolo.
Lavoratori e sindacati chiedono il rispetto dell’accordo sottoscritto a luglio 2013, anche da Lega-coop, Granarolo e CGIL, che prevedeva il graduale reintegro dei lavoratori licenziati per un giorno di sciopero, a tutt’oggi ancora non pienamente rispettato.
Quello che lo stupisce di più in quello che sta capitando ai facchini viene dall'identità dello sfruttatore: cooperative che mantengono arbitrariamente quella denominazione ormai solo formale, appoggiate dal consenso, dalla complicità attiva o dall'indifferenza di sindacati "ufficiali" di cui il tempo ha ingiallito il colore e deturpato le funzioni. Forze che non si vergognano di tradire clamorosamente la loro stessa storia.
E dunque noi Comunisti Italiani ci auguriamo che i lavoratori della logistica tengano duro, in nome di quel valore supremo che ispirò proprio quei proletari come loro che fondarono cooperative e sindacati: la dignità.

Nessun commento:

Posta un commento